Tera 100, realizzato con Bull, raggiungerà gli 1,25 petaflops. E l'Italia resta a guardare.
Il supercomputer Jaguar di IBM. La competizione nel campo dei supercalcolatori si fa sempre più accentuata; dopo Jaguar - una macchina di stanza a Oak Ridge, realizzata da IBM e con una velocità di circa 1,760 petaflops - eRoadrunner, sempre di realizzazione USA ma di (soli) 1,04 petaflops, arrivano primi in Europa i cugini d'oltralpe, bruciando i tedeschi sul tempo e sulla tecnologia applicata. Infatti il progetto tedesco Jugene non viene accreditato che di soli 825 teraflops e si basa comunque su calcolatori IBM, mentre Tera 100 - composto da 4300 server Bull serie S dotati di 140.000 CPU Intel Xeon serie 7500 e 300 Terabyte di memoria - è di concezione e realizzazione soltanto francese, a opera del Commissariato per l'Energia Atomica. La speciale classifica Top 500 dei supercomputer più veloci non vede ancora comparire Tera 100, perché le misurazioni effettive non sono ancora state effettuati e potrebbe volerci ancora qualche mese; al momento è previsto l'ingresso di Tera 100 in questa classifica nell'edizione di novembre. Il sistema operativo ovviamente è Linux come per la maggior parte dei supercalcolatori e si appoggia su un complesso di dischi rigidi della capacità complessiva di 20 petabyte. La direzione delle applicazioni militari del CEA annuncia che il nuovo supercomputer occupa la stessa superficie del precedente Tera 10 - cioè 800 metri quadrati, ma aveva una capacità di calcolo di soli 60 teraflops - e consuma appena un settimo del predecessore, con i ringraziamenti degli ambientalisti. Peccato che Tera 100 sia formalmente concepito solo per sviluppare programmi di simulazione del CEA destinati a garantire l'affidabilità delle armi di dissuasione nucleare. Questi almeno sono gli scopi dichiarati, ma tra quelli meno noti potrebbero esserci per esempio la decrittazione e altri ancor meno confessabili. Purtroppo il nostro Paese continua a brillare per la sua assenza nella realizzazione di strutture tecnologiche e soprattutto informatiche, tanto da doversi affidare agli accordi internazionali che valgono per il tempo che trovano e per i motivi che gli altri trovano convenienti. Infatti abbastanza di recente il presidente dell'Ente Nuove Tecnologie Energia e Ambiente, Luigi Paganetto, ha firmato un accordo di cooperazione per le ricerche in campo nucleare a scopi civili e le energie rinnovabili. Come a dire che anche in questo campo dovremo comprare all'estero quel che non abbiamo: a caro prezzo e solo ciò che gli altri saranno disposti a concederci. fonte ZEUS News
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Autore BlogRossana Scarantino Archivio per Mese
Ottobre 2019
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